Nandolina*s life in confets

...tutto iniziò 25 anni, 5 mesi e 8 giorni fa... pare che non ci furono pianti... un po' come se fossi già rassegnata a questo... gli occhi sempre attenti... alla ricerca del rosa...

venerdì 6 giugno 2008

SE LULLASSE LA CITTà

Fondamentalmente scrivo per l’unico assiduo frequentatore del mio blog: Paul!
Informo di importanti novità!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Finalmente sono giunta ad una svolta, spero e credo in positivo: cambio lavoro, cambio città… cambio vita credo.
Per caso o grazie a un amico sono stata chiamata a fare un colloquio e l’ho passato… beh i colloqui sono il mio forte, al punto che vorrei farne una professione J
Ad ogni modo non era scontato venissi assunta, ma è andata bene!
Questo implica diverse rotture che però potrebbero rivelarsi dei miglioramenti: in fin dei conti io volevo con tutta me stessa spostarmi da Milano e questo succederà.
Comunque incredibile ma vero questo è il primo post in cui mi dichiaro felice!
Segniamo la data, l’ora… il luogo… segniamo tutto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Oggi is a Gina DAY!

martedì 29 aprile 2008

Eccole le cose non dette... e che mai lo saranno davvero...

Non so se le mie parole verranno accettate o se prese come ennesima esternazione di una maniaca ossessiva; ma a me scrivere piace, pertanto un tentativo seppur a vuoto non mi costa molto.
Mi sono messa in un certo qual modo in una posizione inferiore, mi sono messa in ridicolo dinnanzi ad una persona che neppure mi conosceva, tutto questo in quanto vittima della mia testa calda e di una situazione che mi ha fatto perdere per troppo tempo il senso della realtà.
Pur non sapendo nemmeno se le mie intenzioni verranno fraintese vorrei dire ugualmente alcune cose, da un lato sicuramente perchè sono estenuata da questo triangolo e sarebbe demenziale negarlo, ma dall'altro perchè non riesco più a tacere dinnanzi al trionfo della falsità e dell'ipocrisia a discapito di chi come me per paura, per dolore o per ottusità lo accetta in silenzio.
La mia corsa verso la verità mi fa scalpitare di fronte alla consapevolezza che ci sia chi vive nella totale incoscienza... conoscere una parte di verità non è altro che vivere in una bugia... l'omissione non è altro che l'eufemismo di una menzogna, convincersi di realtà apparenti è come farsi scudo di una campana di vetro...
Ci sono sapienti che nella scelta accurata delle parole sanno descrivere i medesimi fatti rendendoli totalmente opposti... "una persona" è un modo vago per evitare di definire il ruolo che questa svolge, amico, compagno, collega, amante... cambiare il nome alle cose ne modificano il valore una storia non è una relazione, qualche mese non è qualche anno, laura non è chiara...
E ancora dare ciò che solitamente viene indirizzato a chi svolge un compito preciso è come investirlo di tale compito... di tale ruolo, senza dirlo, senza mai rendersi colpevole per essersi esposto... e allora essere presente ogni giorno nella vita di qualcuno che significato dovrebbe avere? e mostrare gelosia verso chi è fisicamente a fianco di qualcuno, mentre in realtà si è fisicamente a fianco di qualcun altro?
Io non l'ho capito, non l'ho mai capito, non lo capivo, non lo capisco. E non riesco a vivere senza capire, quindi cerco motivazioni logiche secondo la mia mentalità creando menzogne io stessa, perchè la mia mentalità non è e non era quella di chi mi stava di fronte. Come si può sentirsi in colpa nel porre fine a una storia di qualche mese? Anche se con una buona ragazza? come può essere tanto doloroso? Come può la verità far male inutilmente? Accettavo ciò che mi era oscuro ma in fondo non riuscivo ad evitare di giustificare le cose secondo la mia logica, non riuscivo ad evitare di pensare che fosse solo una non volontà di assumersi le proprie responsabilità e una paura di rovinarsi la faccia...
E una partenza quanti significati può avere? Di sicuro è allontanamento e allora perchè non distacco, rottura, chiusura? Un attimo, un aggettivo e la realtà prende un'altra forma... Andare 5 mesi in Grecia che significato può celare?
Trasferirsi per avvicinarsi quali valori può avere se non la ricerca di un consolidamento? Perchè invece ha creato dolore? La gioia di un momento unico minata da una telefonata inaspettata, la vittoria dei mondiali non gioita in quanto condivisa con una terza persona... Sentire la propria persona, i propri sforzi, i propri gesti sminuiti da una ragazza che non voleva scomparire... essere tenuta nasosta e cercare di accettare versioni troppo inverosimili per poter essere credute, sapere che i conti non tornavano, ma aggiungere il sangue per ottenere la cifra tonda.
il perdurare di una tale situazione provoca sofferenza, come negarlo? Sentire la mancanza di rispetto e di apprezzamento alla fine rende insicuri, sospettosi, intolleranti a un mondo che ti esclude e si diviene aggressivi, inquisitori, colmi d'odio... e nonostante tutto si continua a credere in quel qualcosa di speciale... in quell'unicità di rapporto dove l'altro era stato capace di spogliarsi della maschera...
Il ritorno in un luogo fa pensare ad un passo indietro, torna lei e riprende il suo ruolo... Ma la paura non può far altro che distruggere tutto ciò che incontra, rende assillanti, insicuri, insistenti... la mancanza di conferme, l'avere di fronte qualcuno che mai è cristallino porta ad un unico pensiero... cose non dette...
E poi dover superare ostacoli da soli e lontani da chi vogliamo a fianco, non sentirsi supportati, ma solo puniti per i propri errori, aiutare quando avremmo noi bisogno d'aiuto, perchè prima di ogni cosa viene l'altro ed essere ripagati con bugie, farse, tradimenti... con l'obbligo di assistere ad una telefonata da parte di chi è tornata...
E poi abituarsi a vivere con qualcuno di inafferabile... e d'un tratto scoprire troppo di tutto quello che si era sempre saputo e temuto...
sforzarsi di accettare per un bene più grande ed essere puniti per avere avuto ragione a non credere a mesi di bugie... essere puniti mentre si era più vulnerabili, mentre si aveva bisogno di un segno di fiducia, di onestà, di amore e rispetto...
Il resto si sa, ciò che non si sa è che io sono sempre stata consapevole di essere insopportabile con questo atteggiamento ossessivo e che me ne dispiacevo, ma che purtroppo non riuscivo ad evitare perchè continuava a non darmi conferme o sicurezze. Sempre qualcosa da scoprire, sempre qualche bugia. Sapevo di essere cambiata, lo detestavo, ma era più forte di me, più amavo più non mi sentivo la cosa più importante.
Dopo un anno e mezzo ho scelto di lottare ancora e ancora e di dare un'altra possibilità, era stato convincente, si era finalmente aperto. Ma ovviamente non sono riuscita a passarci sopra del tutto e la fiducia era stata minata.
Queste parole non sono atte a farmi compatire, volevo dimostrare di essere pienamente consapevole dei miei errori, che so di averlo spinto a sbagliare, che se fin dall'inizio non mi fossi posta domande non avrei assunto questo atteggiamento insopportabile, ma ho bisogno di capire, non accetto mai le cose senza chiedermi il perchè, rifletto, ho un atteggiamento critico verso tutto e tutti.
Queste parole sono atte a smascherare chi vince sempre, queste sono le cose non dette. Passare per la persona che si vuol far credere di essere, dare agli altri ciò che questi si aspettano non è altro che mentir loro. Telefonare a qualcuno che risponde sempre non semplicemente per abitudine o per piacere, ma per ripicca nei confronti di altri e per sentirsi portato in palmo di mano e mai messo in discussione. Il chiamare un ignaro per sentirsi forti, migliori, liberi di fare ciò che si vuole nonostante te lo vogliano impedire... non è giusto, non è reale, non si è reali in questo schema, non è reale chi subisce la ripicca, chi ne diventa il mezzo tramite e chi la compie, non è onesto tornare da qualcuno solo in momenti di debolezza rischiando di dare nuove speranze e di far soffrire, ma chi vuole vincere, chi pensa solo a quello lo fa ugualmente. L'estremo bisogno di sentirsi forte, perchè forse non ci si è mai sentiti gratificati da chi valeva, impegnarsi a creare quel personaggio di colui che sa sempre cosa fare, che ne esce sempre, privo di debolezze, informato, intelligente, vincitore.
Una brava ragazza che non creava problemi... sminuire una storia che mette in crisi...
La verità non deve essere strumento per ferire, ma costituire una possibilità di scelta. Sapere con chi si ha a che fare e scegliere di averci comunque a che fare... ma scegliere... Conoscere pregi e difetti, ma conoscerli e sceglierli... Decidere di amare lo stesso, perchè oltre al lato oscuro c'è una persona che ci è entrata dentro.
Ma io ho sempre pagato per i miei errori e detesto veder trionfare chi non lo fa mai...
Sono sicura che ti cercherà ancora quando litigherà con me, lo fa sempre.
Tutti sbagliano.

ho scritto questo poema a fine Marzo, ma non riesco a mandarlo... perchè in fondo anch'io sono vigliacca e temo le conseguenze, temo di pagare un prezzo alto... mi chiedo se mai troverò il coraggio... vorrei lasciarmi tutto alle spalle, ma tu resti presente sempre, tu sei il suo parafulmine, il suo sfogo, il suo strumento per colpirmi... mi chiedo se lo merito... in fondo mi sarebbe bastata onestà fin da subito... che poi se ci fosse stata non saremmo qui, ma mi ha negato la scelta e lo ha fatto perchè lo sapeva... dice di aver fatto bene, ma in fondo forse è quello il motivo per cui questa storia è tanto travagliata...

lunedì 28 aprile 2008

...le cose non dette...

vi è mai capitato di aver scritto, pensato, detto qualcosa nella vostra testa, senza mai riuscire a pronunciare a voce alta neppure una singola sillaba?
a me succede spesso e questo è uno degli effetti della lotta continua tra le mie due sfere, a volte vince una, a volte l'altra... a volte finisce in parità ed io resto immobile!
il ponte è andato bene, ma c'è qualcosa che non mi convince... mi sono stufata del mio continuo pormi domande, però cambiare del tutto modus vivendi non è praticabile...
love will tear us apart again

mercoledì 23 aprile 2008

"un'altra giovinezza"

Giorni e giorni di silenzio... perchè a volte è meglio non dire, non riflettere sulla scelta delle parole, dei temi...


Ieri sera ho visto Youth without youth, in italiano "Un'altra giovinezza" e per una volta ho preferito il titolo tradotto... più ottimista. Di Francis Ford Coppola, con Tim Roth e Bruno Ganz (Il cielo sopra Berlino). Non ero affatto dell'umore giusto, continuavo a rimuginare, a desiderare che venisse notte, che mi cogliesse il sonno per abbandonare la mente al riposo... ma del resto quando in questa vita si è liberi di fare ed essere esattamente ciò che si vuole? Quindi ho seguito il film e dopo un inizio di riluttanza e ostilità mi sono lentamente appassionata... aiutata ampiamente dalla regia, dallo scorrere di fotografie evocative, immagini suggestive e tematiche curiose... Un anziano viene colpito da un fulmine e ringiovanisce, vive in una Romania degli anni 40, il Nazismo tedesco la fa da padrone e il miracolo capitato lo rende bersaglio di uno studioso nazista, che lo vuole studiare a tutti i costi... aiutato dal medico (Bruno Ganz), personaggio che ho fortemente aamato in quanto caldo, buono, fugge in Svizzera e rivive la sua gioventù da tempo passata... vive la sua seconda opportunità di portare a termine il progetto da studioso... ci arriva vicinissimo...


di certo a 70 anni impazzirei se mi venisse imposto di rivivere la mia vita pur potendola modificare... ma ora la vorrei tanto una nuova possibilità di modificare il corso degli eventi... forse neanche così sarei in grado di fare le scelt e migliori, come non lo sono stata e non lo sono ancora. La parte di me di cui più vado fiera e che più mi piace sta dormendo e non c'è modo per risvegliarla, non c'è posto per lei nella vita in cui mi sono costretta... sono dipendente da una persona che pur provandoci non sa farmi felice, perchè tutto ciò che si impegna a darmi non è ciò di cui io in fondo ho bisogno... la verità. Questo voglio. E non l'avrò mai. Rifiuto questa società, la quale mi prende pertanto a schiaffi, non mi piego di fronte a lei e lo faccio di fronte a lui... perchè ho così paura?

giovedì 6 marzo 2008

...a martedì l'ardua sentenza...






Il tempo ha retto, non ci speravo proprio... insomma già depressissima per aver sprecato il dono fattoci nel week end non credevo in cotanta clemenza ed invece...



ed invece piggerelline inconsistenti attorno alle 19, mentre i miei piedini già provavano sollievo liberandosi da quelle trappole!



Però non c'è niente da fare... l'umore non regge... e io testardissima voglio porvi rimedio, non me ne voglio stare ferma a sgridarmi per non avere sufficiente forza. Io credo di non essere in grado di aiutarmi da sola e allora mi appello a chi più di me dovrebbe esserne capace. Che male c'è??? marco che male c'è???



Non è normale o giusto ciò che mi sta accadendo e io voglio fare qualcosa perbacco! Tanto il tempo a me fa una pippa ☻ questo è assodato e il "non pensarci piccolina" me ne fa due ♠...



Martedì l'ardua sentenza... chi vivrà vedrà!




P:S. A Paul, unico mio lettore, vorrei dire che proprio non ce la faccio a essere positiva come te... sono esteriormente solarissima, tutti percepiscono questo da me... ma nel profondo sono proprio una p.j. extremely dark... tu, che per quanto ho intuito sei molto più ottimista credi che possa lavorare anche su questo?!

martedì 26 febbraio 2008

per Paul

Questo post è per paul, per ringraziarlo di fornirmi sempre un buon motivo per scrivere...
Cose da dire ne ho spessissimo, quasi sempre, ma orecchie alle quali indirizzarle ne ho poche e a volte necessito della soddisfazione data dall'essere ascoltati, dalla consapevolezza di non essere l'unica a sapere ciò che mi passa per la testa e di non vivere mentalmente da sola.
Ho un fidanzato e una madre ed una sorella sempre pronte ad ascoltare, ma non ho quasi mai l'impressione di essere capita.
Paul viene e va da questo blog, mi dedica due parole, mi conferma il suo passaggio, mi dà importanza. Grazie! Non sono una persona triste o infelice, ma ho i miei momenti e le mie complessità, i miei problemi, i miei sassolini nella scarpa - e lui che scala di quelli se ne intende ;p- e ho bisogno di dirlo e di sentirmi dire: "mi dispiace", senza giudizi o consigli, che non vado cercando quasi mai.
Grazie!

giovedì 21 febbraio 2008

...uno di Quei miei periodi...



Ho la mente troppo affollata per scrivere, ho troppe cose da dire per riuscire a farlo in modo organico... ma ci provo.


Sono in uno di QUEI miei periodo, che alcuni ritengono comuni a tutti e altri definisco patologie… io li chiamo “i miei periodi”. Potrebbe anche avere ragione chi sostiene che la colpa sia del mio atteggiamento sbagliato e che è sufficiente reagire in maniera positiva, esattamente come fa lui, i l quale vive “esattamente” le stesse cose, ma è in grado e possiede la volontà di combatterle diversamente. La mia spontaneità mi porta ad asserire: “buon per te, sei migliori di me”, senza sapere se è davvero ciò che penso o se, come al solito, sia una scappatoia per scrollarmi di dosso ogni responsabilità e nascondermi dietro alla solita attenuante fornitami dalla mia terribile natura… Un dato di fatto è che mi pento di aver condiviso anche questo con la persona sbagliata, ma errando imparerò sempre di più e a volte mi reputo in diritto di ricevere una laurea ad honorem per tutta la mia esperienza acquisita “sul campo”.
Da un paio di giorni però l’umore regge sufficientemente, al punto di consentirmi di pensare razionalmente al mio futuro: grande buco nero. Ad alta voce ripeto di essermi in un certo qual modo felicemente rassegnata, di aver accettato il buono e il cattivo di ciò che mi è stato offerto e di aver magicamente imparato a goder dei pregi, non lasciandomi avvelenare dai difetti… le cadute devono essere di certo dovute allo stress milanese e a null’altro… vivendo però in simbiosi con il pc e la rete sono solita vagarvi all’interno, conducendo una vita virtuale, dove mi ritrovo a cercare offerte di master e percorsi tramite i quali la mia vita possa essere modificata. In parte ci credo, in parte temo di farlo. Sospesa a metà dell’essere e del volere mi sforzo di mantenere l’equilibrio, pendendo a volte come la famosa torre pisana un po’ a destra e un po’ a sinistra, senza mai staccare entrambi i piedi dal suolo. Ci vorrebbe una spinta per evitare ai miei muscoli di lavorare costantemente per contrapporsi a un moto, ma la paura e l’insicurezza regnano sovrane e impongono la propria volontà.
Mi fa male riflettere: mi obbliga a vedere. Così sviluppo altri sensi, imparo a vivere ad occhi chiusi, utilizzo il tatto, l’olfatto, il gusto e l’istinto. La realtà non mi piace e non la voglio più conoscere. Per molto tempo ho lottato contro i mulini a vento per raggiungere la verità e poi vi ci sono affondata, senza annegarvi per miracolo: ho chiuso gli occhi e ho cominciato a sguazzare. Purtroppo però l’abitudine gioca brutti tiri e sporadicamente apro gli occhi, intimorita, curiosa, ma con il terrore di vedere. Così lancio sguardi fugaci e li richiudo subito. Una sensazione di calore pervade il mio corpo: con gli occhi serrati mi sento molto meglio, mi sento al sicuro… ma se stessi per muovere un passo in un fosso potrei anche cadere o il tatto, l’olfatto, il gusto e l’istinto basterebbero ad impedirmelo?


Sono stata tradita e vorrei tanto credere alle motivazioni datemi, alle rassicurazioni fattemi, ai sentimenti dichiaratimi… il mio istinto e il mio cuore lo fanno: loro o la mia paura di annegare in quella realtà purtroppo scoperta e purtroppo reale?! La mia mente è incostante, un po’ accetta un po’ rifiuta. Gli occhi chiusi mantengono la stasi emozionale e cognitiva. Non voglio più vedere cose che non mi piacciono, non voglio più vedere cose che mettono a rischio la mia serenità. Non voglio più chiedermi per quali ragioni ho agito in modo tale da ricevere tanto. Le motivazioni sarebbero solo giustificazioni prive di utilità pratica ed in fondo il fatto che esistano rendono il pasto ancora più indigesto. Non riesco ancora a scrivere, pensare, parlare senza provare nausea e vertigine… eppure tempo un po’ ne è passato… il 20 maggio… il 17 luglio… perché non dimentico?

dine in cucine

dine in cucine
*dine cucina patadine*

psychedelic Dine

psychedelic Dine
quando chi ti fotografa è un mago incompreso...senza capire neppure come riesce a ricreare effetti psichedelici involontari!

papi*mami

papi*mami
*mami papi in croazia...prima vacanza estiva zusammen*

stanca lini

stanca lini
*ci sono luoghi fatti per camminare e luoghi no...assolutamente noooo...ci sono momenti per essere felici e momenti...dove proprio non si puooooò anche se si vuooooool....line è scazzatine*